A CAUTERETS VINCONO MAJKA E LA PAURA DI SALTARE

Rafal-Majka-Kit-2015-Full-Body-1-760x1139Il gruppo è partito questa mattina alla volta di Cauterets con una certezza in più.
La superiorità di Chris Froome pare, almeno in questi giorni, assolutamente schiacciante.
Contador, Nibali, e Quintana si stanno ancora leccando le ferite della tappa di ieri.
Oggi, per dirla filosoficamente, è un altro giorno.
La regola non scritta del Tour fa pensare alla tappa di oggi come ad una tappa da fughe ma molto dipenderà delle forze ancora in campo.
Queste ultime non mancano sicuramente agli uomini Sky, parsi ieri inattaccabili.
Tappa a quattro stelle oggi, piena di luoghi mitici.
Da Pau a Cauerets ci sono 188 chilometri fitti di salite e salitelle.
Dopo il passaggio da Lourdes i corridori affronteranno in serie Aspin, Tourmalet (Premio Jacques Goddet) e la salita finale di Cauterets.
Aspin fa ricordare senza dubbio tanti grandi del passato, ma soprattutto Gino Bartali. Il fiorentino, nel 1950, avrebbe vissuto sull’Aspin momenti convulsi e drammatici. Il racconto di Gino avrebbe parlato anche di tifosi inferociti contro i “succhiaruote” italiani, fino a quel punto dominatori del Tour e di una fantomatica auto nera che avrebbe cercato di buttarlo nel burrone della salita pirenaica.
Il vincitore di tappa italiano, il giorno successivo, avrebbe costretto l’intera nazionale al ritiro con Fiorenzo Magni in maglia gialla.
Fiorenzo avrebbe guardato con nostalgia ed un pizzico di delusione le proprie foto, intento a ripiegare nella valigia la propria maglia in lana di capoclassifica, certo più che mai di avere le carte in regola per vincere la Grande Boucle.
A ringraziare Bartali ci avrebbe pensato l’elvetico Ferdi Kubler, vincitore finale.
Dopo Aspin la strada correrà veloce verso il Col du Tourmalet, scalato dal versante di Sainte Marie de Campan e de La Mongie.
Tanti episodi, tante battaglie, sulla salita simbolo dei Pirenei.
Indimenticabile l’attacco di Merckx verso Mourenx, un assolo di 140 chilometri vissuto in una calda giornata del Luglio 1969. Una fuga contro tutto e tutti a dimostrare che Eddy era ancora il Re e gli altri solamente umili comprimari. Il tutto avvenuto ad un mese dall’esclusione del belga dal Giro d’Italia per doping.
Otto minuti a Pingeon e ben quindici a Felice Gimondi, fresco vincitore del Giro.
Lassù, sul Tourmalet, oggi il gruppo troverà sulla destra l’osservatorio posto sul Pic du Midi de Bigorre e, di fronte, dopo il rifugio ed il monumento a Lapize posto sulla cima, la discesa velocissima verso Bareges.
Cauterets, salita finale, ricorda Miguel Indurain.
Il navarro, in una nebbiosa giornata del 1989 avrebbe vissuto il primo giorno di gloria proprio sulla salita pirenaica staccando il gruppo di Lemond e Fignon che, il giorno successivo verso Superbagneres, avrebbero regalato uno spettacolo indimenticabile.
Gruppo compatto oggi nella prima parte della tappa.
Un bel sole caldo pare aver spento le velleità dei più coraggiosi.
Arrivando verso l’Aspin si sgancia un gruppetto di sette coraggiosi: Majka, Voeckler, Pauwels, Morabito, Demare, Buchmann, Simond.
Nel mezzo Martin e Grivko, partiti in rincorsa ai primi.
Dietro Sky a tirare con un ritmo abbastanza regolare.
Tra i fuggitivi paiono Majka e Pauwels gli unici in grado di poter ben figurare nel proseguimento della tappa pirenaica.
A metà Aspin rientra Daniel Martin sui primi. Grivko è invece ripreso dal gruppo mentre, nelle ultime posizioni, è Romain Bardet a soffrire la “canicule” del sud francese.
Il francesino, con un fazzoletto attorno al collo ed il ghiaccio, non può più nascondere una situazione fisica assai precaria in questo momento.
Andatura sempre costante per gli inseguitori, 7’30” di vantaggio per i fuggitivi.
La fuga va. I 40 punti del Gpm vanno a Daniel Martin che, col suo scatto, non cela più le speranze di maglia a pois. Discesa e inizio del Tourmalet.
Adesso non si scherza più. A metà Tourmalet, mentre davanti Majka se ne va, il blocco Astana forza il ritmo.
Kangert, con Nibali a ruota mettono in difficoltà i francesi e poi ancora una volta Purito Rodriguez. Rimangono in venti nel gruppo inseguitore con Majka a 4’30” .
Barguil rientra nel drappello dopo alcuni momenti di difficoltà.
Nibali combatte, ci prova, sbuffa, dietro ai suoi occhiali azzurri.
Un gruppetto molto allungato si tuffa sotto le famose gallerie paravalanghe del Tourmalet.
A La Mongie tanti tifosi accolgono il Tour. Anche Contador e Gallopin paiono attaccati con un filo al gruppo sempre tirato dagli Astana. Froome, coi fidi Porte e Thomas, è una sfinge.
Fuglsang, compagno di Vincenzo, molla la presa.
Attacca Nibali ai meno cinque dal Tourmalet. Con la classe, con la forza, col coraggio.
A ruota di Vincenzo si mettono Thomas, Froome, Quintana, Valverde, Contador, Van Garderen, Gesink, Mollema, Kangert, Sanchez, Porte e Rolland.
Sulla sinistra dei corridori fanno capolino le tipiche mega-costruzioni montane francesi, stile Tignes o Morzine Avoriaz. Pirenei simili alle Alpi in questo campo.
Porte e Thomas tengono a debita distanza da Majka, che si va a prendere i 5000 Euro del souvenir Goddet.
Buona notizia, finalmente, per noi italiani; Nibali rimane indenne al Tourmalet e quello di ieri sembra solo la brutta copia di quello di oggi.
Ottantesimo passaggio sul Tourmalet per il Tour de France, a confermare la montagna più scalata del Giro di Francia.
Accelerazione di Rolland quasi in vetta ma il gruppo non lo lascia partire, mentre Porte inizia a soffrire e Froome va a raccogliere i punti del Gran Premio della montagna.
Discesa.  Ripida e severa.
Valverde attacca in discesa, guardinghi gli altri.
La strada è una lingua asfaltata aggrappata alla montagna e corre a fianco di un bel ruscello.
La natura, ignara del Tour, mostra tutta la sua bellezza con alcune mucche che tentano l’attraversamento stradale in coincidenza del passaggio della corsa.
Barguil, vero equilibrista, continua a lanciare occhiate ai tornanti sottostanti per trovare una risposta alle proprie speranze di ricongiungimento col gruppo maglia gialla; Majka nel frattempo fila come un direttissimo verso l’inizio della salita di Cauterets.
Circa venti i componenti del gruppetto Froome alla fine della discesa del Tourmalet.
Majka se ne va indisturbato verso la vittoria. Nessuna possibilità nè per Martin nè per Pauwels, rimasti all’inseguimento del polacco.
Inizia la salita anche per il gruppo di Froome.
Richie Porte è pronto a lasciare il comando delle operazioni a Geraint Thomas.
La salita, spesso ombreggiata, è molto meno dura di quelle già affrontate oggi.
Lunghi tratti per i lunghi rapporti inframmezzati a strappetti più duri si susseguono.
A ruota si sta bene.
Pauwels intanto viene recuperato ed “asfaltato” da Martin, pagando il fatto di non aver voluto portare l’inseguimento a Majka assieme al capitano della Garmin Cannondale..
Si tornano a rivedere gli indiani, tipico gergo ciclistico, ai meno quattro dall’arrivo. E’ l’unico tratto duro della salita finale.
Majka lo affronta con quel tipico sguardo alto che lo contraddistingue, sinonimo di buona condizione e voglia matta di vincere. La sua pedalata è sciolta e potente, ben lontana da quella esibita ieri.
Quando il gruppo arriva in corrispondenza dei “Lacets de Cauterets”  i pochi metri di salita paiono dare una scossa al gruppo.
Nibali ricomincia a soffrire sotto gli scatti di Mollema, a testimonianza dell’assoluta mancanza del cambio di ritmo da parte del siciliano in questo Tour.
Majka nel frattempo conquista un’altra bellissima tappa.
Martin è secondo dopo una giornata passata a rincorrere fin dall’Aspin.
Terzo è Buchmann, quarto Pauwels, quinto Voeckler, sesto Simond, mentre dietro Mollema continua nel proprio attacco.
Finale anche per il gruppo degli uomini di classifica: Mollema guadagna una posizione in classifica ai danni di Nibali, Vincenzo perde altri secondi, ben 1′ da Mollema e 50″ da Froome, Contador e Valverde.
Alla fine il siciliano, che aveva regalato un sorriso ai propri tifosi pedalando un ottimo Tourmalet, ha dimostrato una volta di più l’incapacità di riuscire, nei cambi di ritmo, a tenere le ruote dei propri avversari.
L’accoppiata Froome – Thomas ha dato ancora una volta prova di grande solidità.
Contador e compagnia mai hanno messo il naso fuori oggi verso Cauterets.
Non c’erano nè il tracciato, nè, probabilmente, le gambe per poterlo fare.
Domani Plateau de Beille, salita cara a noi italiani.
E’ possibile che domani, dopo quanto visto in queste giornate, ci sia un altro show degli uomini in nero di Sky.
Per non lasciare le residue speranze sulla strada francese Quintana dovrà tentare una difesa ancora più strenua di quella della Pierre Saint Martin.
Gli altri lotteranno, con ogni probabilità, soltanto per il piazzamento.
Per noi italiani nessuna speranza di successo di tappa.
La condizione di Nibali non lo consente.
La nostra speranza è soltanto che la possa ritrovare, almeno per un giorno, prima della fine del Tour. Per lui e per il suo morale.
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A CAUTERETS VINCONO MAJKA
E LA PAURA DI SALTARE
di Alessandro Freschi

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